C'è un alone di mistero attorno alla visita a Kiev dell'inviato cinese Li Huei. Da programma, dovrebbe essere arrivato oggi (martedì), nella capitale ucraina. Ma per il momento non ci sono conferme. La RSI ne ha parlato con un esperto.
Li Huei, in questi giorni, sarà al centro dell'attenzione internazionale. L'inviato di Pechino dovrebbe fermarsi in Ucraina fino a domani, prima di recarsi in Russia, ma anche in Polonia, Francia e Germania. Lo scopo del suo viaggio? Tentare di disegnare una soluzione politica al conflitto tra Kiev e Mosca.
"Devo dire che in realtà sembra soprattutto una mossa della Cina per dare concretezza a quell'ambizione di mostrarsi garante di stabilità e grande mediatore anche sulla vicenda ucraina, come è stato su altre vicende regionali. Quindi un po' il far vedere, comunque vada, di averci provato. Sembra anche difficile che Li Huei possa portare sul tavolo qualche proposta veramente concreta, ma che si appresti soprattutto a raccogliere tutte le voci coinvolte in qualche modo in quella che Pechino chiama ancora "crisi" e non "guerra", dice Lorenzo Lamperti, direttore editoriale di China Files.
Li Huei è stato per dieci anni ambasciatore cinese a Mosca, e ha addirittura ricevuto direttamente da Putin una "medaglia dell'amicizia". Non rischia di essere un po' di parte per questo ruolo?
"Ci sono alcune opinioni in tal senso. Li Huei è stato per dieci anni ambasciatore cinese a Mosca, un periodo di tempo anche più lungo del solito per un diplomatico all'estero, e ha lavorato per decenni, ai tempi dell'Unione Sovietica, negli anni Settanta quando le relazioni tra Pechino e Mosca erano molto complicate. Parla anche un perfetto russo, amante anche della letteratura russa. C'è da dire, d'altra parte, che da parte del Governo ucraino, dopo la sua nomina, è comunque arrivato un commento di apertura: la speranza risiede nel fatto che, poiché conosce bene la regione, possa renderlo imparziale nel dialogo con entrambe le parti", sottolinea Lamperti.