I militanti musulmani rohingya hanno attaccato in modo coordinato, nella notte tra giovedì e venerdì, 30 posti di blocco della polizia e una base dell'esercito nello stato di Rakhine in Myanmar. Il bilancio delle violenze è salito ad almeno 89 morti, tra cui 77 insorti e 12 membri delle forze di sicurezza, stando a un comunicato diffuso dal Governo e dall'esercito. Le Nazioni Unite hanno condannato questa nuova ondata di violenza, senza precedenti da mesi.
Gli scontri, in alcune zone, sono ancora in corso e l'Esercito Arakan per la salvezza dei rohingya ha promesso nuove violenze. Il gruppo — in precedenza noto come Harakah al-Yaqin — aveva istigato attacchi simili, avvenuti in ottobre.
I membri della minoranza musulmana rohingya — nonostante questa abbia radici nella regione da secoli — sono considerati, nel paese a maggioranza buddista, come immigrati illegali dal Bangladesh e a molti è negata la cittadinanza. L'ONU, in passato, aveva pubblicato un rapporto dove aveva richiamato all'ordine il Myanmar (vedi articoli correlati).
ATS/px