Salute

Perché ridiamo? 

Nella Giornata internazionale della felicità, analizziamo la risata sotto una nuova lente: quella evoluzionistica

  • 20 marzo, 05:52
  • 20 marzo, 13:10
Bonobo, risata
  • IMAGO / Dreamstime
Di: red. giardino di Albert/Matteo Martelli  

Ve la ricordate la vostra ultima fragorosa risata? È quasi certo che questa sia avvenuta durante un’interazione con altre persone, magari in occasione di una serata al bar o al ristorante con gli amici. Sì, perché la risata ha innanzitutto una funzione sociale: parola del neuroscienziato Fausto Caruana e dell’etologa Elisabetta Palagi, autori del saggio divulgativo «Perché ridiamo? Alle origini del cervello sociale» (Il Mulino, 2024). 

26:56

Perché ridiamo?

Il giardino di Albert 18.01.2025, 18:00

  • Imago Images
  • Fabio Meliciani

Il fatto che i bebè inizino a sorridere a partire dai due mesi, quindi prima di parlare o camminare, dimostra quanto il sorriso abbia una funzione relazionale fondamentale per il nostro cervello in grado di superare le funzioni cognitive. Per capire perché questo avviene, è necessario innanzitutto far la distinzione fra due tipi di risate: quella emozionale e quella volontaria. 

Dimmi come ridi, e ti dirò chi sei

«La risata emozionale coinvolge una serie di circuiti limbici del nostro cervello legati, appunto, al mondo delle emozioni. È la risata che ci fa star bene: rilascia dopamina, modula la serotonina, e ci porta a ricercare le persone che contribuiscono a questo senso di benessere», ci spiega il neuroscienziato Fausto Caruana.

12:16

La scienza della risata

RSI Info 19.10.2021, 15:06

Esiste però anche una risata volontaria o “di circostanza”: è una risata che coinvolge il sistema motorio e che attiviamo per ragioni conversazionali. Le differenze neurofisiologiche fra le due sono nette, come dimostrano osservazioni su pazienti vittime di lesioni corticali: «ci sono persone che perdono la capacità di ridere su comando, ma reagiscono se si racconta loro una barzelletta», precisa Caruana.

Le ragioni evolutive della risata

Per le neuroscienze provare a spiegare perché ridiamo è un’impresa ardua: indurre ripetutamente e in maniera genuina una risata in laboratorio per studiare una risata spontanea, quindi emozionale, è praticamente impossibile. Per questo, le indagini scientifiche si sono spesso concentrate sul “cosa ci fa ridere”, mentre per secoli questo comportamento sociale è stato considerato dai filosofi qualcosa di puramente culturale.

Oggi una nuova porta d’accesso ai meccanismi più profondi della risata e alle sue funzioni arriva dall’osservazione animale: «diverse specie, soprattutto quelle geneticamente più vicine a noi, ridono durante i momenti di gioco. I bonobo, ad esempio, emettono vocalizzazioni molto simili alle nostre accompagnate da espressioni facciali particolari. La risata serve in questo caso a disambiguare, cioè rendere più chiaro ciò che stiamo facendo: stiamo lottando, ma questo tipo di lotta non porta a nessun tipo di competizione», racconta l’etologa Elisabetta Palagi.

 

E a pensarci bene, è quello che accade anche a noi esseri umani, non solo durante le interazioni dal vivo: «Se scrivo un sms un po’ ambiguo, lo accompagno con una faccina che sorride che aiuti il destinatario a capire che non sto facendo sul serio. Stiamo parlando il linguaggio dei nostri antenati senza rendercene conto: il messaggio è esattamente lo stesso», precisa Fausto Caruana, evidenziando la tesi centrale della pubblicazione di cui è co-autore con Elisabetta Palagi.

Pensare alla risata come qualcosa di non peculiare dell’essere umano apre in effetti le porte a una nuova visione su di un comportamento a lungo ignorato dalla scienza e che ha origini ancestrali, sebbene lo stesso fondatore dell’evoluzionismo, Charles Darwin, formulò già le prime ipotesi in tal senso. Un approccio a metà strada fra etologia e neuroscienze che i due studiosi hanno battezzato come “teoria dell’interazione sociale” e che avrebbe permesso alla nostra specie, ma non solo, di promuovere legami alla base delle nostre società.

Iena, risata 2

Non è chiaro se la risata nei grandi carnivori sociali, come iene, lupi o cani, abbia la stessa origine evolutiva della nostra risata: le vocalizzazioni di queste specie sono molti difficili da studiare.

  • Mara Zali

Una risata contagiosa

A sostegno di questa teoria, c’è anche la contagiosità della risata. Grazie a studi su pazienti epilettici, Fausto Caruana è riuscito a identificare un sistema di neuroni specchio, cellule nervose solitamente descritte nel sistema motorio che si attivano nelle aree emozionali del nostro cervello. «Di fronte alla risata altrui, improvvisamente iniziamo a ridere anche noi. E questo facilita il legame sociale tra gli individui», aggiunge lo studioso.

Insomma, ridiamo in compagnia e ridiamo per accrescere e migliorare la nostra socialità: e allora, in occasione della Giornata internazionale della felicità, nella speranza di sprigionare una cascata ormonale di positività da diffondere possibilmente attorno a voi, chiudiamo con la barzelletta che qualche anno fa lo psicologo inglese Richard Wiseman decretò come la barzelletta perfetta; votata da un gruppo di 350 mila persone proveniente da 70 paesi diversi, fu un’operazione finita sulla copertina del New Yorker e descritta come uno dei più curiosi esperimenti della storia:

Due cacciatori sono nel bosco quando uno di loro si accascia. Sembra che non respiri e ha gli occhi lucidi. L’altro tira fuori il telefono e chiama i servizi di emergenza. Ansima: «Il mio amico è morto! Cosa posso fare?». L’operatore risponde: «Calmati, posso aiutarti. Prima di tutto, assicuriamoci che sia morto». C’è un silenzio, poi si sente uno sparo. Di nuovo al telefono, il tizio dice: «Ok, e adesso?»
1x1-giardino_di_albert

La scienza e la natura ti affascinano?

Il Giardino di Albert soddisfa la tua voglia di capire

Articolo legato all’Almanacco del giorno (in onda su ReteUno alle 5.45)

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare