Svizzera

Complotto contro Marty: informatore "bruciato" da Fedpol

L'uomo, rivela un'inchiesta di RTS, ha dovuto poi rifugiarsi in Svizzera a causa di un errore nella gestione della vicenda da parte dell'Ufficio federale di polizia

  • 15 agosto 2022, 15:58
  • 20 novembre, 15:17
00:33

Dal Notiziario delle 14.00 del 15.08.22

RSI Info 15.08.2022, 16:04

  • keystone
Di: RTS/ARi 

L'Ufficio federale di polizia sarebbe incorso in un grave errore nella gestione della vicenda delle minacce di morte contro Dick Marty. In buona sostanza Fedpol, rivela un'inchiesta di RTS, avrebbe "bruciato" la copertura di colui che fu l'informatore cruciale nel quadro di questa vicenda.

Si tratta di un 50enne nato nel Kosovo, che RTS ha potuto rintracciare e che per molti anni si è infiltrato negli ambienti della criminalità organizzata, fornendo quindi informazioni alla polizia e ai servizi di intelligence. Qualificato come una fonte molto affidabile, aveva contattato Fedpol alla fine del 2020, dopo essere venuto a conoscenza di un complotto diretto contro l'ex magistrato e consigliere agli Stati, il quale da molti mesi vive sotto stretta protezione.

Stando ad un documento del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) che RTS ha potuto consultare, l'uomo riferiva che un progetto di omicidio era stato assegnato a dei serbi, criminali professionisti e addestrati dai servizi segreti di Belgrado. Il 50enne aveva quindi indicato i nomi dei mandanti del progettato omicidio.

Le autorità elvetiche inoltrarono però in seguito una richiesta d'informazioni a quelle serbe, allegandovi i nomi dei mandanti. E questi, grazie ad una fuga di notizie, poterono apprendere della richiesta svizzera e capire chi li aveva indicati.

"Hanno commesso un grave errore, non capisco come abbiano potuto fare una cosa del genere !", ha dichiarato a RTS l'informatore ormai "bruciato". Assumendosi le proprie responsabilità, le autorità svizzere gli proposero allora di rifugiarsi nella Confederazione con la moglie e i figli. All'inizio dello scorso anno il 50enne si trasferì quindi con la famiglia in Svizzera interna, con una nuova identità e beneficiando del programma di protezione dei testimoni.

Dopo l'insediamento in Svizzera, tuttavia, l'ex informatore non rispettò rigorosamente le prescrizioni di sicurezza e si recò perfino all'estero senza preavvisare le autorità. All'inizio dell'anno è stato quindi informato che, dall'estate, non avrebbe più potuto beneficiare del programma di protezione dei testimoni. Ha quindi lasciato la Svizzera la scorsa primavera e attualmente si nasconde in uno Stato vicino.

Contattati da RTS, nè la polizia federale, né l'MPC hanno voluto commentare la vicenda.

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