Confederazione e Cantoni hanno avviato vari cantieri per far fronte alla sfida rappresentata dalla classe di sostanze degli inquinanti perenni PFAS. Il rischio zero non esiste: gli enti pubblici si orientano a una politica volta alla riduzione dei pericoli.
Rappresentanti di vari uffici federali e dei Cantoni hanno fatto il punto oggi (martedì) in una conferenza stampa a Berna sulle attività in corso per proteggere la salute umana e l’ambiente dai rischi rappresentati da questi composti chimici altamente fluorurati caratterizzati da una struttura chimica molto stabile che li rende particolarmente resistenti ai processi naturali di degradazione e per questo “perenni”.
Sia nell’ambito della salute umana che dell’ambiente l’obiettivo è di ridurre i rischi, hanno indicato Mark Stauber, dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), e Christiane Wermeille, di quello dell’ambiente (UFAM). La legislazione, fissando le concentrazioni limite di tali sostanze, dovrà tenere conto della loro fattibilità tecnica e finanziaria.
A livello dell’ambiente andranno fissate priorità: poiché gli PFAS sono comunque presenti ovunque, sarà opportuno concentrarsi sui siti altamente inquinati, tra questi vi sono le piazze di esercitazione dei pompieri poiché le schiume antincendio rappresentano una fonte notevole di inquinamento.
Come ha ricordato Simon Liechti dell’UFAM, i PFAS (acronimo di PerFluorinated Alkylated Substances, in italiano sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) sono un gruppo di molecole vastissimo con un’infinità di applicazioni industriali (oltre alle schiume antincendio, ad esempio imballaggi, tessuti, sciolina per gli sci). La loro stabilità, apprezzata a livello industriale, è anche la principale ragione della persistenza nell’ambiente e nella catena alimentare.
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Il bio è ancora bio? / PFAS, inquinanti eterni, chi paga?
Patti chiari 14.02.2025, 20:40