All’esercito svizzero mancherà quasi un miliardo di franchi il prossimo anno per effettuare acquisti di materiale militare già previsti e approvati dal Parlamento, secondo quanto risulta da ricerche compiute da SRF. Acquisizioni di munizioni, veicoli ed equipaggiamento in parte già pronte, e per le quali mancava soltanto la firma del contratto, dovranno essere posticipate o interrotte.
L’ammontare esatto delle operazioni non finanziabili è di 971 milioni, secondo quanto si legge in un documento di Armasuisse che la Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca ha potuto consultare. Non sono toccati dal provvedimento né i caccia F-35 né il nuovo sistema di difesa antiaerea.
Urs Loher, il responsabile dell’approvvigionamento delle nostre forze armate, conferma e precisa: simili rinvii avvengono ogni anno, ma la cifra stavolta è superiore. L’esercito deve ricercare le cause dell’accaduto almeno in parte in casa propria: negli scorsi anni a più riprese ha fatto approvare dal Dipartimento della difesa e dalle Camere acquisti superiori a quanto lui stesso aveva messo in conto. A questo si aggiungono maggiori costi di esercizio e il rincaro.
Avanti con i progetti prioritari
A metà aprile, scrive ancora SRF, la maggior parte dei progetti è stata suddivisa in quattro categorie di priorità diversa. I dettagli non sono noti. Solo quelli di priorità 1 avverranno come previsto il prossimo anno. Gli altri dovranno attendere e fra quelli di categoria 4 non sono escluse cancellazioni. “Bisogna usare al meglio i mezzi disponibili”, spiega Loher. È per esempio rinviato l’acquisto di camion. Il timore, si legge nel documento di Armasuisse, è che intoppi simili a due passi dalla conclusione del contratto possano far perdere ai fornitori la fiducia nell’esercito come cliente. Lo Stato intende prestare particolare attenzione alle ditte più piccole, oltre alle filiali svizzere di imprese straniere, che rimangono presenti nella Confederazione solo realizzando un determinato fatturato.
Difficoltà venute alla luce in gennaio
Delle difficoltà finanziarie dell’esercito svizzero si parla dalla fine di gennaio. Pochi giorni dopo l’annuncio della rinuncia, per motivi di risparmio, ad eventi come lo show aereo ”AirSpirit 24” e quello terrestre “Defense 25” previsti rispettivamente a Emmen e Bière, SRF aveva rivelato che quest’anno e il prossimo sarebbero mancati fondi, anche perché ci si è distanziati in un recente passato dai piani di spesa stilati per poter finanziare il già citato F-35.
Esercito svizzero: "Non un buco, ma un problema di liquidità"
Telegiornale 01.02.2024, 20:00
“L’esercito può pagare le fatture”, aveva assicurato il giorno dopo alla stampa il suo comandante, Thomas Süssli, garantendo che i problemi di liquidità “non sono un dramma” e che “non sono stati commessi errori”. Tutti i pagamenti sono stati assicurati per il 2024 e obblighi per 800 milioni sono stati rinviati al 2025, per 400 al 2026 e per 200 al 2027, aveva spiegato Süssli. Nessun ammanco e nessun bisogno immediato di fondi supplementari, aveva confermato nei giorni seguenti anche la responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia, Viola Amherd. Nel frattempo, il Partito socialista aveva chiesto un audit esterno.
Il capo dell'esercito Thomas Süssli
La necessità di ridurre la spesa della Confederazione aveva indotto il Consiglio federale a rallentare il ritmo di crescita della quota destinata all’esercito, fissando al 2035 invece che al 2030 l’obiettivo dell’1% del PIL destinato all’ambito militare. Il Parlamento si è mosso nelle ultime settimane per accelerare questo incremento. Il Consiglio degli Stati ha respinto però il 3 giugno, con 28 voti contrari e 15 favorevoli, la creazione di un fondo per la sicurezza della Svizzera e la pace in Europa, che prevedeva l’assegnazione di 10 miliardi in più per l’esercito fino al 2030 e 5 miliardi per l’Ucraina, contabilizzati a titolo straordinario.
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Poco più di una settimana fa, tuttavia, la stessa Camera alta si è pronunciata contro il parere del Governo a favore di un incremento di quattro miliardi di franchi del tetto di spesa dell’esercito per il periodo 2025-2028, che lo porterebbe a sfiorare i 30 miliardi, e di 660 milioni di franchi in più per il programma di armamento. Questi fondi supplementari andrebbero compensati per metà nel settore della cooperazione internazionale. La questione deve ancora essere affrontata dal Consiglio nazionale.
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