Svizzera

Finanze dei partiti, “la trasparenza non è assoluta”

Il direttore del Controllo federale delle finanze vede limiti nei dati pubblicati grazie alla nuova norma del 2022 - La loro raccolta minaccia inoltre la reputazione dell’organismo

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Il finanziamento della politica svizzera: vale ancora studiarlo?

SEIDISERA 30.08.2024, 18:11

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Di: SEIDISERA/pon

Il Controllo federale delle finanze venerdì ha chiuso un primo ciclo. Dopo le campagne per le elezioni federali dello scorso ottobre e quelle per le avvenute votazioni popolari di quest’anno, con i primi conti annuali dei partiti ha dato seguito a tutte le nuove norme sulla trasparenza entrate in vigore nel 2022. Il rapporto pone il PS ai vertici con 9 milioni di franchi ricevuti, davanti all’UDC con quasi 6, al PLR con poco più di 4, al Centro con circa 3 e ai Verdi con 2,6 milioni. Dati che riflettono la situazione reale? Quale bilancio trarre dall’operazione?

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Pascal Stirnimann, direttore del Controllo federale delle finanze

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“La trasparenza è migliorata. Ce n’è molta di più rispetto al passato nelle elezioni del Parlamento, nelle campagne di votazioni e ora anche nel finanziamento dei partiti”, ha affermato ai microfoni della RSI Pascal Stirnimann, il direttore del Controllo federale delle finanze. “La trasparenza non è però assoluta e, volendo, impiegando le risorse necessarie, ci sono ambiti dove può ancora essere aumentata. Riguardo al finanziamento dei partiti, in particolare, la visione che abbiamo è federale, non concerne le sezioni cantonali, non è il quadro complessivo, ma è quel che voleva il legislatore. Ma ci sono anche altri esempi del genere”.

Significa che ci sono ancora molte cifre nascoste all’interpretazione?

“C’è semplicemente ancora un margine di interpretazione che non possiamo valutare perché non abbiamo i dati complessivi al momento. Cerchiamo quindi di capire il modo in cui i partiti si finanziano per vedere se esso può corrispondere alle cifre. Ma non essendoci appunto consentito controllare i partiti cantonali, diciamo che c’è ancora una scatola nera non analizzabile”.

Voi dite che questo vostro nuovo compito minaccia l’indipendenza e l’obiettività necessarie per svolgere bene il lavoro del Controllo federale delle finanze. Perché?

Il nostro compito principale è l’alta vigilanza finanziaria, che consiste nel controllare l’uso che si fa del denaro dei contribuenti. Significa, per esempio, che mettiamo il naso negli uffici federali o che verifichiamo le partecipazioni della Confederazione. Qui invece si tratta di controllare le attività politiche, comprese le campagne elettorali dei parlamentari che poi sono chiamati ad approvare il nostro bilancio e che sono anche nostri interlocutori nelle Commissioni. E noi non vogliamo essere politicamente attivi, ma se svolgiamo compiti affini alla politica o se anche solo veniamo percepiti come un’autorità che fa politica questo danneggia la nostra reputazione e quindi il nostro mandato principale.

Significa che vorrebbe abbandonare questo compito? Nonostante il gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione, il GRECO vi ritenga un’autorità adeguata?

È una situazione che chiediamo di analizzare in modo critico. Noi cerchiamo di svolgere questa missione nel miglior modo possibile, ma è anche importante che il nostro ruolo venga nuovamente riesaminato. È peraltro necessario per adempiere alle disposizioni di legge e attendiamo con interesse i risultati di queste valutazioni.

Non mi sembra però molto entusiasta all’idea di continuare....

Diciamo che ho due cuori nel petto, un cuore grande per la supervisione finanziaria che riguarda i soldi di noi contribuenti e uno più piccolo che batte per il finanziamento della politica. E se dovessi scegliere, sarei chiaramente a favore della supervisione finanziaria della Confederazione.

                

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