Pressioni su Israele per fermare il “genocidio” della popolazione di Gaza. A chiedere alla Svizzera di esercitarle è Amnesty International: e la Confederazione, afferma la ONG, dovrebbe segnatamente convocare l’ambasciatrice israeliana ed esigere pubblicamente la fine delle violenze.
L’organizzazione impegnata a difesa dei diritti umani ha reso noto oggi, giovedì, di disporre, in base ad un proprio rapporto, di “prove sufficienti” per affermare che Israele sta compiendo un genocidio contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. “Le nostre ricerche rivelano che, per mesi” lo Stato ebraico “ha continuato a commettere atti di genocidio” e in piena consapevolezza “sul danno irreparabile che stava infliggendo ai palestinesi”, sostiene Agnès Callamard, segretaria generale dell’organizzazione.
Amnesty chiede quindi alla Svizzera di impegnarsi al Consiglio di sicurezza dell’ONU in funzione di un embargo sulle armi contro Israele, Hamas e altri gruppi palestinesi, così come di sanzioni dirette contro i responsabili di atrocità. Inoltre il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) dovrebbe avviare “inchieste strutturali” in modo da preservare le prove e porre le basi per un ulteriore perseguimento dei crimini di diritto internazionale. A Berna è inoltre chiesto di impegnarsi chiaramente per l’applicazione dei mandati d’arresto emessi dalla Corte penale internazionale (CPI): due mandati, ricordiamo, sono stati disposti due settimane fa nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, del suo ex ministro della difesa Yoav Gallant e del capo militare di Hamas Mohammed Deif.
La Svizzera, sempre secondo l’ONG, dovrebbe anche prendere in esame la possibilità di vietare il commercio con gli insediamenti o le imprese legate all’occupazione israeliana dei Territori. Amnesty chiede anche la ripresa degli aiuti umanitari attraverso l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai profughi palestinesi (UNRWA). La Confederazione ha ridotto della metà il proprio contributo all’UNRWA per l’anno in corso.
Israele nega le accuse di genocidio e invoca il proprio diritto all’autodifesa dopo l’attacco, costato la vita a quasi 1’200 persone, che Hamas e altri gruppi estremisti sferrarono il 7 ottobre dello scorso anno contro il sud del Paese. Una denuncia per genocidio è stata presentata contro lo Stato ebraico dal Sudafrica ed è attualmente all’esame della Corte internazionale di giustizia (CIG) che ha sede all’Aja.
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