Svizzera

In consultazione i tagli miliardari di Berna

Sulle misure di risparmio 2027-2028 già presentate a settembre ci si potrà esprimere fino a inizio maggio – Stabilita anche la nuova strategia nella cooperazione internazionale

  • 29 gennaio, 16:02
  • 29 gennaio, 19:44
CH

I tagli dovrebbero ammontare a 2,7 miliardi di franchi nel 2027 e a 3,6 miliardi nel 2028

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Di: ATS/dielle 

Le misure di risparmio della Confederazione per gli anni a venire sono sul tavolo: il Governo ha posto in consultazione mercoledì, fino al 5 maggio, quanto aveva già presentato a grandi linee in settembre. I tagli dovrebbero ammontare a 2,7 miliardi di franchi nel 2027 e a 3,6 miliardi nel 2028, secondo quanto si legge in un comunicato.

A farne le spese sarebbe soprattutto l’ambito sociale, ma anche la politica climatica vedrebbe ridotti i mezzi a disposizione. Questo per poter finanziare in particolare la crescita della spesa militare (che salirà progressivamente verso l’1% del PIL) e il contributo federale alle casse dell’AVS. Ulteriori e significativi oneri supplementari sono attesi in relazione al dossier UE (Horizon, Erasmus+, contributo di coesione) e all’eventuale abolizione del valore locativo.

Le misure previste sono 59, di cui oltre la metà richiede modifiche legislative. Il progetto preliminare di legge prevede comunque ancora uscite in crescita di oltre due punti percentuali pur attuando le misure di sgravio.

La correzione del bilancio della Confederazione avverrà prevalentemente sul fronte delle spese, responsabili in larga misura dei deficit, mentre 300 milioni - 10% del totale del pacchetto - sono recuperati attraverso misure sul fronte delle entrate, che prevedono in particolare la soppressione o la riduzione di esenzioni e agevolazioni fiscali.

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Le prossime tappe

A metà febbraio il Consiglio federale effettuerà sulla base dei dati finanziari aggiornati una valutazione della situazione politico-finanziaria. Nel quadro del preventivo 2026 deciderà poi se e quali misure che non necessitano di modifiche di legge attuare già nel prossimo anno.

Al termine della consultazione verrà elaborato il messaggio che sarà presumibilmente presentato in settembre al parlamento, che potrebbe quindi iniziare l’esame delle misure di sgravio, che sottostanno a referendum facoltativo. L’entrata in vigore delle modifiche legislative è prevista per inizio 2027.

Cooperazione internazionale, ecco dove si taglierà

Anche la strategia di cooperazione internazionale 2025-2028 della Svizzera dovrà essere ridimensionata a seguito dei tagli decisi dal Parlamento a dicembre (110 milioni nel 2025, 321 milioni tra il 2026 e il 2028). Sempre oggi i Dipartimenti federali degli Affari esteri e dell’Economia hanno informato il Consiglio federale dei settori specifici che saranno toccati.

La Svizzera terminerà ad esempio i programmi di sviluppo in Albania, Bangladesh e Zambia entro la fine del 2028. Nel campo della cooperazione economica, è stato deciso di ridurre le attività in Azerbaigian, oltre alla prevista cessazione delle attività in Colombia. In altri paesi, la Segreteria di Stato per gli Affari economici (SECO) si sta ritirando da alcuni settori di cooperazione.

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Sarà inoltre ridotto il sostegno in settori quali la gestione delle risorse idriche e la formazione professionale, così come i fondi destinati a progetti che non coinvolgono Paesi prioritari. Per quanto riguarda la salute, gli sforzi si concentreranno sulle attività legate all’HIV/AIDS e alla malaria.

In ambito di cooperazione multilaterale, a partire da quest’anno Berna non verserà più contributi a tre organizzazioni internazionali: il Partenariato globale per l’educazione, il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO). Sono previsti ritiri anche da altre organizzazioni internazionali, mentre i contributi di base alle organizzazioni non governative svizzere saranno ridotti di 7,5 milioni di franchi. Nel prossimo futuro sarà toccata fra le altre anche l’UNICEF.

Saranno invece mantenuti il contributo per la ricostruzione dell’Ucraina (1,5 miliardi) e il finanziamento internazionale per il clima (1,6 miliardi).

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