Svizzera

La direttiva sulle armi divide

C'è chi la ritiene indispensabile per non mettere a repentaglio gli accordi di Schengen, chi la ritiene inutile

  • 30 maggio 2018, 15:36
  • 23 novembre, 01:20
00:59

Divisi sulle armi

RSI Info 30.05.2018, 19:36

La partecipazione agli accordi di Schengen è troppo importante per la Svizzera e non va messa a repentaglio: è questo il succo del dibattito d'entrata in materia sul progetto volto ad adottare la direttiva comunitaria sulle armi, che ha tenuto occupati i consiglieri nazionali mercoledì mattina.

La Confederazione è chiamata ad adeguare la propria legislazione entro un anno e c'è il rischio altrimenti venga esclusa dalle suddette intese, un rischio che non ci si può permettere di correre, secondo i più. Una disdetta avrebbe durissime conseguenze, in particolare per i cantoni di frontiera, ha ricordato la liberal-radicale Corina Eichenberger-Walther.

Tesi contestata dall'Unione democratica di centro, stando alla quale "questa legge non serve a nulla" e non certo a contrastare il terrorismo, visto che gli interessati si procurano il necessario in modo illegale. In Europa, secondo Beat Arnold, le norme in quest'ambito sono molto restrittive, ma ciò non impedisce attacchi e attentati, spesso poi perpetrati con coltelli, quando non addirittura con auto e camion; a suo dire, "non è l'arma che uccide, ma l'essere umano".

ATS/dg

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