Svizzera

La "guerra" tra profughi e inquilini

La pressione dei richiedenti l'asilo si fa sentire nel settore dell'alloggio - L'Associazione svizzera dei Comuni chiede di valutare l'impiego di sale polivalenti o caserme non utilizzate

  • 27 febbraio 2023, 22:15
  • 20 novembre, 11:51
01:46

Migranti, polemiche sugli alloggi

Telegiornale 27.02.2023, 20:00

Di: TG/Red MM. 

Sono stati mesi caldi, quelli autunnali, nel settore dell’asilo, che tra ottobre e novembre ha visto raddoppiare le richieste d’accoglienza in Svizzera. Anche a gennaio sono state 2'500, oltre mille in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. A incidere è stata naturalmente la guerra in Ucraina, anche se “al momento non arrivano più molte persone - dice alla RSI Lukas Rieder, portavoce della Segreteria di Stato della migrazione - ma nessuno sa come si svilupperà la situazione in Ucraina”.

Sul fronte interno la forte pressione sta mettendo in difficoltà anche Cantoni e Comuni, dove la ripartizione dei rifugiati avviene in base alla forza demografica.

A Windisch, le autorità cantonali argoviesi vogliono aprire un nuovo centro di accoglienza per circa 100 richiedenti e per farlo il proprietario dell'immobile in questione ha sfrattato 49 inquilini. Le autorità comunali si dicono sotto shock per quanto sta accadendo e affermano che faranno di tutto per impedire che gli inquilini vengano allontanati.

Qualcosa di simile sta succedendo anche a Seegräben, nel canton Zurigo, dove un inquilino ha ricevuto lo sfratto perché nel suo appartamento il Comune - che ne è proprietario - intende ospitare dei rifugiati. Queste persone potrebbero essere assegnate al villaggio dalle autorità cantonali nei prossimi mesi. Anche questo è un caso che in questi giorni provoca accese reazioni.

La situazione viene definita problematica anche da Hannes Germann, presidente dell'Associazione svizzera dei Comuni, che chiede una migliore collaborazione tra le autorità cantonali, comunali e la Confederazione: “È soprattutto necessario che i Cantoni cerchino il dialogo con i Comuni per trovare soluzioni ad ampio raggio, ad esempio ricorrendo anche all'utilizzo di sale polivalenti o di caserme militari non utilizzate. Si devono ora trovare nuove vie anche temporanee per gestire gli afflussi maggiori di richiedenti e rifugiati”.

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