Le grandi banche - e UBS in particolare, ampiamente maggiore attore sul mercato dopo aver assorbito il Credit Suisse - potranno continuare a fare doni ai partiti o a campagne politiche (nel 2023 questi hanno superato il milione di franchi). Nel quadro di una sessione straordinaria chiesta dalla sinistra, il Consiglio nazionale ha respinto mercoledì una mozione socialista che voleva vietare questa pratica alle impresa pubbliche, a quelle coperte da garanzie statali e a quelle considerate di importanza sistemica.
A nome del PS, Cédric Wermuth ha denunciato l’influenza di queste aziende sulle decisioni politiche, in particolare in ambito economico. Le proposte di regolazione che i partiti borghesi avevano avanzato dopo la crisi del CS sono tutte evaporate, ha ricordato.
Il Governo respingeva la proposta. Il consigliere federale Beat Jans ha detto che le nuove disposizioni sulla trasparenza sono in vigore dall’ottobre 2022 e che entro fine anno verrà presentato un rapporto di bilancio. Nuovi passi sono quindi prematuri, ha affermato.
Un testo simile a quello bocciato alla Camera bassa sarà discusso giovedì anche dal Consiglio degli Stati. Il Nazionale ha respinto intanto anche una seconda mozione, dei Verdi, che esigeva da BNS e FINMA di valutare i rischi finanziari dei cambiamenti climatici e di prendere misure adeguate.
RG 12.30 del 18.03.2025 La corrispondenza di Gianluca Olgiati sull’intervista concessa da Karin Keller-Sutter a SRF
RSI Info 18.03.2025, 13:22
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