Le donne scendono in piazza e si mobilitano per i loro diritti e per l’uguaglianza. Oggi, sabato 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, sono in programma manifestazioni in diverse città della Svizzera.
A Losanna è stato indetto un corteo per questo pomeriggio - organizzato dal collettivo femminista “Grève féministe Vaud” - a partire dall’esplanade di Montbenon, scrive la città romanda sul suo sito web. Una simile azione prenderà il via dal Pont du Mont-Blanc, a Ginevra.
Nella Svizzera tedesca sono state annunciate manifestazioni non autorizzate, come a Zurigo, dove alla vigilia diversi volantini e alcuni siti internet hanno annunciato un raduno presso la Paradeplatz al motto: “8 marzo unite - le lotte uniscono in tutto il mondo”.
La polizia cantonale di Basilea Città ha dal canto suo confermato all’agenzia Keystone-ATS di non aver ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione neppure per una dimostrazione in programma sulla piazza renana della Barfüsserplatz, dove è pure attesa per oggi una sfilata - approvata dalle autorità - in vista dell’imminente carnevale di Basilea, che inizierà ufficialmente lunedì.
QR code solidali in Ticino

Gli adesivi apparsi un po' in tutto il Ticino
In occasione della giornata odierna il collettivo femminista “Io l’8 ogni giorno” chiede a tutte le persone di firmare la petizione per ottenere immediatamente un contributo di 350 milioni di franchi a sostegno della prevenzione e della protezione contro la violenza sulle donne. A sostegno della campagna in Ticino è stata organizzata un’azione a tappeto tramite degli adesivi che riportano un QR code. Su sfondo viola ricordano come nelle ultime otto settimane vi siamo stati otto femminicidi. “Non sono numeri - sottolinea un comunicato del collettivo -, sono vite spezzate, famiglie distrutte, si tratta di un segnale allarmante di una violenza che non si arresta”.
Università elvetiche pioniere nella formazione femminile
Nella giornata dell’8 marzo si ricorda come la Svizzera sia stata pioniera in materia di uguaglianza, per esempio nella promozione delle donne nel mondo accademico: nel 19esimo secolo c’erano studentesse che venivano da tutto il mondo per frequentare le università della Confederazione. Le elvetiche si sono però viste a lungo ostacolate nell’accesso agli alti studi.
La ricercatrice ginevrina Natalia Tikhonov ha raccontato in un libro l’integrazione delle donne nelle università svizzere come una sorta di avanguardia contraddittoria. Mentre nella seconda metà del 19esimo secolo diversi Paesi hanno creato università per sole donne, la Svizzera ha scelto un’altra via.
Dal 1860, l’ateneo di Zurigo ha accolto le prime studentesse, diventando precursore - assieme alla Sorbona di Parigi - nell’apertura delle porte al sesso femminile. Nel 1867, la russa Nadejda Souslova è stata la prima a ottenere un dottorato in medicina nella città sulla Limmat.
L’università di Berna ha seguito l’esempio zurighese nel 1872. Quella di Ginevra nello stesso anno - che è anche quello di fondazione - ha fatto lo stesso, in seguito a una petizione depositata da madri della città. Hanno poi fatto il passo Losanna, e Neuchâtel, mentre Basilea ha atteso il 1890 e Friburgo il 1905.
Le università elvetiche hanno così rapidamente attirato giovani donne di famiglie agiate di Europa e Russia. La Svizzera è divenuta luogo di studi apprezzato all’estero e il numero di studentesse è cresciuto: nel 1906, un quarto degli studenti era donna.
Accesso difficile per le svizzere
Oltre il 90% di queste erano però straniere. In effetti, la maggioranza delle elvetiche non soddisfaceva i criteri d’ammissione.
Una delle condizioni era quella di aver frequentato il ginnasio, ma le scuole per ragazze nella Confederazione non offrivano tale possibilità. Per essere ammesse agli atenei, le giovani dovevano quindi seguire corsi privati costosi e superare esami d’ammissione. Per questo la quota di svizzere è rimasta a lungo decisamente bassa.
A Berna la prima professoressa d’Europa

La professoressa di filosofia Anna Tumarkin
La prima donna a diventare professoressa in Europa fu Anna Tumarkin, un’ebrea russa nata il 16 febbraio 1875 che nel 1898 a Berna ottenne l’abilitazione all’insegnamento universitario. Dapprima docente dell’università della città federale, fu poi nominata professoressa titolare (1906), quindi professoressa straordinaria di filosofia ed estetica (1909-1943). Le fu però rifiutato l’ultimo passo della carriera accademica, quello di professoressa ordinaria con cattedra. In un documento redatto nel 1910 il comitato di nomina osservava che “alcune riserve sono state espresse contro l’occupazione di una posizione così esposta da parte di una signora che non abbia acquisito, grazie a prestazioni eccezionali, un’autorità di fronte alla quale critiche e opposizioni devono tacere”.

Giornata delle donne a Palazzo federale
Telegiornale 07.03.2025, 20:00