Ticino e Grigioni

I retroscena del delitto di Aurigeno

Il 44enne che uccise il custode delle scuole avrebbe cercato di assoldare un sicario sul darkweb. La moglie sarebbe inoltre stata minacciata con un coltello

  • Ieri, 18:30
  • Ieri, 19:35
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Nuovi dettagli sul delitto di Aurigeno

Il Quotidiano 09.02.2025, 19:00

  • Tipress
Di: Francesco Lepori 

Si profila il processo per il 44enne che l’11 maggio 2023, ad Aurigeno, uccise il custode delle scuole a colpi di pistola. Il dibattimento potrebbe svolgersi infatti nel mese di maggio. Intanto, dall’atto d’accusa emergono nuovi e inquietanti dettagli.

L’escalation iniziò nel luglio del 2022, quando la moglie dell’imputato ufficializzò la sua relazione con la vittima. Per lui fu qualcosa di inaccettabile. Nelle settimane successive confezionò quattro bottiglie molotov, che depositò in un prato nei pressi dell’istituto scolastico. Il 25 settembre avrebbe inoltre minacciato la donna con un coltello.

Poi il piano omicida. Dall’inchiesta – altra novità – è emerso che l’uomo avrebbe effettuato delle ricerche sul darkweb per assoldare un sicario. Alla fine si procurò una pistola, con la quale lui stesso attuò i suoi propositi. Aspettò l’arrivo del rivale nascondendosi dietro a un terrapieno. Quando il custode si accorse di lui, cercò di scappare.

Nell’atrio esterno della scuola fu raggiunto dal primo colpo. Con il badge riuscì a entrare, ma subito dopo venne ferito dal secondo. Sempre alla schiena. Aprì un’altra porta, e nel corridoio della palestra il 44enne gli sparò di nuovo, colpendolo alle spalle una terza volta. A nulla valsero i soccorsi. La vittima morì un’ora più tardi.

Alle Assise Criminali l’imputato dovrà rispondere, in via principale, di assassinio. Gli altri addebiti vanno dalla minaccia agli atti preparatori punibili di incendio intenzionale; dal furto all’esposizione a pericolo della vita altrui, per i rischi corsi dai docenti e dagli allievi della scuola. La Corte sarà presieduta dal giudice Amos Pagnamenta.

In aula – il reato ipotizzato è di complicità in assassinio – compariranno pure il 33enne che gli fornì la pistola e la donna che fece da tramite tra i due. La Glock e le munizioni gli vennero vendute per una somma di almeno 800 franchi. A cedergliela, come noto, fu l’impresario di Bellinzona già finito al centro del cosiddetto “scandalo dei permessi falsi”. L’uomo verrà giudicato anche per quella e altre vicende.

Quotidiano del 09.02.2025

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