Le immagini hanno fatto il giro del mondo: automobili, strade e case ricoperte da una polvere rosa. Questa sostanza, tanto fotografata e impiegata nella lotta agli incendi che ancora oggi stanno colpendo la California, è un cosiddetto ritardante di fiamma, cioè un prodotto impiegato per inibire il propagarsi delle fiamme. Quando il ritardante entra in contatto con il fuoco, reagisce con la cellulosa delle piante, creando uno strato protettivo che riduce l’infiammabilità della vegetazione e di altro materiale combustibile. Per questo motivo, il Phos-Chek, questo il suo nome, è lanciato sulle aree non ancora colpite dall’incendio prima che prendano fuoco.
È finito sotto i riflettori per il massiccio impiego nei roghi di Los Angeles, ma viene usato per combattere gli incendi negli Stati Uniti da oltre 60 anni: fu infatti approvato a livello federale nel 1963 ed è il principale ritardante di fiamma utilizzato dal Dipartimento forestale e antincendio della California e in tutti gli USA.
Incendi a Los Angeles, si apre un nuovo fronte
Telegiornale 14.01.2025, 20:00
Combattere incendi di grandi dimensioni come quelli di Los Angeles solo con un intervento al suolo non è sufficiente. Per questo si agisce anche per via aerea. Dal momento che l’uso della sola acqua non basterebbe a causa della dispersione dovuta al vento e dell’evaporazione, si impiegano anche composti chimici, come il Phos-Chek. Non si tratta di semplice acqua colorata, bensì di un prodotto chimico sviluppato da una ditta statunitense e utilizzato principalmente su suolo americano. Se da un lato si conoscono gli elementi base che lo compongono, la ricetta precisa è segreta per questioni di mercato e di concorrenza.
È noto che il Phos-Chek contiene fosfati e solfati di ammonio, degli addensanti - che impediscono la dispersione del prodotto con il vento e permettono una sua migliore adesione alla vegetazione - e un colorante rosa a base di ossidi di ferro. Colore rosa che ha un unico scopo, molto pragmatico: permette ai piloti dei Canadair e ai pompieri a terra di vedere dove il prodotto è già stato applicato. Se dal punto di vista dell’efficacia, Phos-Chek ha già mostrato tutto il suo potenziale, dal punto di vista ambientale e della salute umana solleva ancora qualche interrogativo. In primo luogo, nonostante il dipartimento statunitense di agricoltura ne autorizzi l’uso negli Stati Uniti, al contempo mette in guardia contro l’esposizione prolungata a questa sostanza: il contatto con la pelle può causare irritazione, mentre la sua inalazione può creare problemi respiratori.
Inoltre, uno studio condotto dall’Università della California del Sud e pubblicato nell’ottobre 2024 sulla rivista Environmental Science & Technology Letters, ha dimostrato che il Phos-Chek contiene importanti quantità di metalli pesanti, che possono avere ripercussioni sulla salute umana, ma anche su fauna, flora e qualità delle acque. La presenza nelle aree studiate di metalli pesanti e contaminanti come vanadio, cromo, manganese, arsenico, cadmio, piombo, eccetera è stata associata al rilascio di prodotti antincendio. Nella ricerca è stata quantificata la tossicità ambientale dei metalli derivanti da tali prodotti, specificando che una delle versioni di Phos-Chek, la LC-95 W, ha mostrato concentrazioni molto elevate della maggior parte dei metalli pesanti. Valori che, secondo lo studio, superano la soglia indicata dalle normative della California sui rifiuti pericolosi.
Questo non significa che la polvere rosa che ha ricoperto le zone colpite dagli incendi sia necessariamente dannosa, ma comporta un elevato rischio di tossicità ambientale. I ricercatori coinvolti nello studio ritengono verosimile che prodotti come il Phos-Chek contribuiscano a creare picchi di metalli pesanti nelle foreste e negli ecosistemi acquatici, ma allo stesso tempo c’è ancora molta incertezza e nuove ricerche sono in corso. In seguito a numerosi dibattiti e ad una causa legale nel 2022, l’azienda che produce il Phos-Chek ne ha nel frattempo modificato la formula, favorendo l’uso di una variante meno tossica, ma pur sempre impattante.
Attualmente i ritardanti di fiamma sono considerati cruciali nella lotta agli incendi, ma i dubbi legati all’uso di queste sostanze rimangono e dipendono pure dalla quantità e dalla frequenza del loro impiego. A causa dei cambiamenti climatici, la California tende a diventare più calda e secca. Ciò non solo aumenta il rischio di nuovi incendi, ma accresce pure la probabilità che questi siano di portata maggiore rispetto al passato. In un contesto del genere e senza valide alternative, l’uso dei ritardanti di fiamma e l’immissione di sostanze potenzialmente nocive nell’ambiente sono destinati ad aumentare. Saranno pertanto necessari nuovi studi per approfondire la questione e trovare alternative meno controverse, perché è innegabile che di fronte a situazioni d’emergenza come queste, ogni aiuto per contrastare i roghi e salvare vite umane è di fondamentale importanza.