I castagneti da frutto sono stati per lungo tempo risorsa primaria nell’economia rurale nelle Valli e possono ancora rappresentare una ricchezza di valore inestimabile sia a livello culturale che ambientale.
La castagna ticinese entra di diritto in quel paniere di prodotti locali di eccellenza caratteristici, oggi più che mai importante perché legata anche agli aspetti dell’ecosostenibilità. Gli alberi di castagno, infatti, sono un argine contro il dissesto idrogeologico e gli incendi boschivi, catturano l’anidride carbonica e offrono una varietà paesaggistica e varietale di immenso pregio. Senza contare che si fanno portavoce di un patrimonio di saperi legati al mondo contadino, cassaforte di numerose ricette e usanze un tempo rituali.
Per questi motivi, la rete dei castanicoltori del Cantone, così come i centri di raccolta o associazioni culturali locali, lavorano per recuperare e diffondere la castanicoltura da frutto come patrimonio collettivo, valorizzandone gli aspetti economici, ambientali e sociali.
La grà, una riserva di castagne
A Moghegno, suggestivo borgo di 376 abitanti del comune di Maggia, ogni anno il gruppo di lavoro della grà – che coinvolge gli animatori del Centro Natura Vallemaggia in collaborazione dell’AVAP, dell’Ufficio forestale del VII circondario e altri amici volontari – propone il tradizionale carico della grà, con conseguente scarico dopo circa tre settimane, per promuovere e tramandare il metodo di essiccazione e conservazione delle castagne che ha contraddistinto la vita degli abitanti della Valle nei secoli scorsi.
Oggi - giovedì 19 ottobre 2023 - a partire dalle ore 10.30 fino alle ore 12.00 è possibile partecipare al tradizionale carico della grà.
Lo scorso anno, in occasione della stessa ricorrenza (avvenuta il 20 ottobre 2022) abbiamo avuto il piacere di incontrare Roger Welti, accompagnatore di escursionismo innamorato del Ticino e volontario al Centro Natura Vallemaggia, già maestro di scuola elementare. Roger, nei primi anni Novanta quando ancora insegnava, ha pensato di chiedere ai propri studenti di annotare su un taccuino una loro giornata tipo scandita dalle proprie abitudini a tavola nel mese di ottobre; la stessa cosa è stata poi richiesta nuovamente ma affidandosi ai ricordi dei nonni, riportando questa volta quelle che erano le loro abitudini gastronomiche. Il risultato è stato scoprire la predominanza della castagna come ingrediente base dell’alimentazione contadina di un tempo. È da lì che lo stesso Roger ha cominciato sia ad appassionarsi al mondo della castanicoltura, sia a rivalutare il frutto promuovendolo ai piccoli studenti tramite attività divertenti a tema.
Proprio a Roger abbiamo chiesto di raccontarci come funziona il carico della grà a Moghegno – unica grà ancora attiva e aperta al pubblico in Vallemaggia –; quali sono i ricordi legati alle castagne essiccate e perché i castagneti sono patrimonio da salvaguardare, seppur abbiano perso di importanza rispetto al passato a partire dal secondo dopoguerra.
Carico della grà a Moghegno 2022
RSI Food 26.10.2022, 22:10
Dalla raccolta alla grà, l’esperienza di tanti piccoli studenti
L’importanza di tramandare le tradizioni locali alle nuove generazioni, insegnando loro l’unicità di certe pratiche legate al mondo agroalimentare e contadino, è un principio che, fortunatamente, sta a cuore alle insegnanti di diverse scuole elementari del territorio.
Sono numerosi i bambini che ogni anno partecipano all’evento, arrivando con i loro sacchi pieni di castagne, pronti a pesarle per riunirle poi a “riposo” sul graticcio della grà.
Come ci ha raccontato Anna Cannizzaro, insegnante delle scuole elementari di Solduno,
(...) già con la raccolta delle castagne, ai bambini è stato insegnato non solo il rispetto dei tempi della natura, ma il concetto di concretezza del cibo come collante tra generazioni e culture, senza dimenticare che può essere un ottimo mezzo educativo.
Intervista ad Anna Cannizzaro, docente alle scuole elementari di Solduno
RSI Food 26.10.2022, 23:05
Lo scarico della grà
Come ci ha raccontato Roger, dopo circa tre settimane di riposo al caldo delle castagne, si procede allo scarico della grà, di solito entro metà novembre.
Lo scarico consiste nel prelevare le castagne dal piano superiore della grà e, ancora calde, metterle a manciate in sacchi di tela – una volta erano sacchi di canapa, oggi di jeans – per poi battere questi sacchi su dei tronchi affinché la buccia (la püscia in dialetto) si separi dalle castagne essiccate. Con questo procedimento non solo si sguscia la castagna ma è possibile avviarsi alla cernita e alla riconsegna ai proprietari: le castagne vengono ripulite e divise tra più belle e grandi destinate alla conservazione, mentre quelle spaccate o meno belle che vengono dirottate al mulino per essere molite e diventare così farina. A seguito di questo, la püscia non viene gettata ma adoperata per contenere il fuoco del prossimo anno. Come ci ha spiegato Roger, infatti, è indispensabile che il calore sia tenue e prolungato, motivo per cui serve qualcosa per contenere le fiamme e la püscia, secondo i saperi popolari, aiuta proprio in questa fase. Lo testimonia il fatto che quest’anno è ancora presente la püscia dell’anno scorso.
Come tutti gli anni il momento dello scarico è una vera e propria festa di paese in cui le scolaresche e i privati vengono coinvolti in percorsi didattici pensati per fare conoscere la vita del paese e le vecchie tradizioni tra grà, mulino e torbe, antichissimi granai che si suppone fossero utilizzati in paese anche per conservazione delle castagne essiccate. Ma questa è un’altra storia…
Ricordiamo che lo scarico della grà di Moghegno si terrà giovedì 9 novembre 2023 nelle strade del borgo, sempre sotto la direzione degli animatori del Centro Natura Vallemaggia, con la collaborazione dell’APAV, dell’Ufficio forestale del VII circondario e di amici volontari.
Per maggiori informazioni è possibile contattare il Centro Natura Vallemaggia: info@cnvm.ch