Salute

Lattosio: gli alimenti “senza” sono migliori per la salute?

In Svizzera, una persona su cinque è intollerante al lattosio e negli ultimi anni gli alimenti privi di questo zucchero sono diventati molto popolari

  • Oggi, 11:30
Latte
  • iStock
Di: Lara Quarleri, dietista ASDD

In Svizzera, una persona su cinque è intollerante al lattosio. Ma di cosa si tratta? Attraverso questo articolo proveremo a dare informazioni su questa condizione e a non cadere nel tranello “senza lattosio uguale a più sano!”. Gli alimenti “senza lattosio” sono diventati molto popolari negli ultimi anni, ma la domanda se siano effettivamente migliori per la salute dipende da diversi fattori, tra cui le esigenze individuali e le condizioni di salute.

Cosa significa essere intolleranti al lattosio

Il lattosio è lo zucchero più importante presente nel latte di quasi tutti i mammiferi (ad eccezione dei leoni marini e dei trichechi) e si trova naturalmente solo nel latte e nei suoi prodotti. È uno zucchero formato da due molecole (glucosio e galattosio) che può essere assorbito nel nostro intestino solo grazie ad un enzima, detto lattasi, che si occupa di spezzare il legame tra le due molecole. In caso di intolleranza al lattosio la presenza e l’attività della lattasi può essere più o meno compromessa e di conseguenza è anche ridotta la digestione del lattosio che rimane “a fermentare” nell’intestino portando i classici disturbi: tensione e dolore addominale, diarrea, flatulenza, etc.

Digerire il lattosio: una questione di dieta e di genetica

La maggioranza della popolazione mondiale, dopo lo svezzamento, non è più in grado di digerire correttamente il lattosio. L’attività della lattasi si riduce quando si smette di bere il latte materno o quello artificiale, e ulteriormente se la dieta dopo lo svezzamento non comprende alimenti a base di latte. Pertanto, la “perdita” della lattasi è spontanea, ma dipende anche da fattori genetici: mentre in alcuni esseri umani (circa due terzi dell’umanità) i livelli di questo enzima diminuiscono drasticamente dopo la fase di svezzamento, altri individui sono in grado di mantenere alti livelli lattasi per tutta la vita riuscendo così a digerire il latte durante l’età adulta.

In Svizzera un quinto della popolazione è intollerante, nei paesi nordici solo il 3 % circa della popolazione mostra una perdita della lattasi e in Africa la percentuale è quasi il 100 %.
La perdita della funzionalità della lattasi può anche essere “transitoria”, causata ad esempio da cure particolari (radioterapia, lunghe cure antibiotiche) o malattie (come la celiachia, per esempio), e si ripristina a fine cure o risoluzione della malattia.

Definire in termini assoluti i prodotti senza lattosio più sani non è corretto. Sono prodotti speciali che, come tali, vanno assunti in caso di necessità e non per seguire diete senza evidenze scientifiche. 

L’intolleranza al lattosio non è una allergia al latte

L’intolleranza al lattosio è diversa dall’allergia al latte, poiché il sistema immunitario non è coinvolto. È importante sottolineare che la reazione di intolleranza è proporzionata alla quantità di alimento ingerito e le complicazioni sono circoscritte al tratto gastro-intestinale.

Per questo motivo, i sintomi dell’intolleranza sono differenti da persona a persona e da alimento ad alimento. Accade spesso infatti che, chi è intollerante, abbia sintomi solo con il latte e non con burro, panna o formaggio.

Il livello di tolleranza dipende infatti dal contenuto di lattosio nell’alimento, ma anche dalla composizione del pasto, dalla temperatura dell’alimento e dalla permanenza nel tratto intestinale.

Si parla di “dose dipendenza” che è differente da soggetto a soggetto e si comprende solo attraverso l’esperienza. Molte persone intolleranti, infatti, non hanno sintomi intestinali quando assumono latte/formaggi di pecora o di capra anche se il lattosio è presente (latte vaccino intero 4.7 g/100 ml, latte di capra e pecora 4.3 g/100 ml) questo potrebbe essere spiegato dalla composizione proteica differente,. ma non tutti riescono a tollerarlo.

03:50

L'epidemia delle intolleranze

RSI Food 06.01.2020, 08:45

  • RSI/Giorgia Mantegazza

I prodotti senza lattosio: sono più leggeri e più ipocalorici?

Molte persone credono che i prodotti senza lattosio siano meno calorici o comunque più salutari Questa errata convinzione deriva dal fatto che, chi soffre di una lieve intolleranza, percepisce i prodotti senza lattosio più facili da digerire.

In termini di calorie e di valori nutrizionali, però, non cambia nulla se non il contenuto in lattosio, che di fatto non viene tolto, ma lo si ritrova già “digerito” nel prodotto speciale. 

L’enzima lattasi, ottenuto sia da lieviti come Kluyveromyces fragilis e Kluyveromyces lactis, sia da funghi come Aspergillus oryzae, può essere aggiunto industrialmente al latte per produrre cibi adatti agli intolleranti. La lattasi industriale agisce solo sul lattosio, mentre non influisce sul resto, mantenendo le caratteristiche nutritive invariate. Il latte senza lattosio (e tutti gli altri prodotti derivati) presenta così lo stesso contenuto di grassi, di proteine, di cacio e di vitamine del latte tradizionale. Se sostituiamo il latte vaccino con bevande vegetali, come il latte di soia o di avena, ovviamente non sarà presenta lattosio, ma la composizione è totalmente differente dal latte vaccino che, se piace, è da preferire (scegliendo la versione senza lattosio).

I prodotti senza lattosio sono una valida alternativa per gestire la dieta per gli intolleranti, ma non sono utili per chi non lo è.

Decidere di non assumere più lattosio senza una reale motivazione clinica porta ad una riduzione dell’attività della lattasi che porterà poi ad una effettiva intolleranza. Se un componente della famiglia assume prodotti senza lattosio per una vera intolleranza, gli altri non dovrebbero interrompere l’assunzione di lattosio. L’enzima lattasi, infatti, deve essere in costante allenamento, se non lo usiamo tendiamo a perderlo!

Alternative naturalmente prive di lattosio

Se non si desidera utilizzare prodotti industriali senza lattosio si può favorire il consumo di alimenti naturalmente privi di lattosio. Ad esempio, i formaggi stagionati (come quelli a pasta dura o semidura) generalmente contengono meno lattosio, soprattutto se stagionati per periodi prolungati.

  • Dopo circa 6 mesi di stagionatura (molti formaggi a pasta dura) infatti, il lattosio è già significativamente ridotto.

  • In formaggi stagionati più a lungo (oltre i 12 mesi), la quantità di lattosio può essere quasi inesistente.

Anche le muffe, in particolare quelle utilizzate nei formaggi a muffa penicillium (come nel caso dei formaggi erborinati quali il gorgonzola, Roquefort e Stilton) possono contribuire alla riduzione del lattosio.

No al “fai da te”

Come sempre, apportare modifiche drastiche alla propria dieta in autonomia sarebbe da evitare. Se si sospetta di essere intolleranti è utile parlarne al proprio medico e/o allo specialista in nutrizione. In alcuni casi, eliminare il lattosio per qualche settimana per poi reinserirlo in modo lento e graduale, consente di comprendere la dose giornaliera tollerata e riuscire a gestire anche le occasioni fuori casa senza soffrire e dover rinunciare a tutto.

In commercio esistono preparati enzimatici di lattasi, sotto forma di pastiglie, che possono essere assunte prima del pasto per digerire il lattosio assunto.

1:19:59

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Patti chiari 26.01.2024, 21:10

Fonti:

- Scheda informativa Alimentazione in caso di intolleranza al lattosio / febbraio 2013 SSN Società Svizzera di Nutrizione.
- Genetics of Lactose Intolerance: An Updated Review and Online Interactive World Maps of Phenotype and Genotype Frequencies. Anguita-Ruiz A, Aguilera CM, Gil Á. Nutrients. 2020 Sep 3;
- Lactose intolerance: from diagnosis to correct management.
Di Rienzo T, D’Angelo G, D’Aversa F, Campanale MC, Cesario V, Montalto M, Gasbarrini A, Ojetti V.Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2013
- Centro Allergie Svizzera - Intolleranza al lattosio

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