A pochi giorni dalle elezioni presidenziali statunitensi il Telegiornale ha incontrato a Londra il premio Nobel Joseph Stiglitz: nel suo ultimo libro, l’economista della Columbia University lancia un duro attacco al neoliberismo, che a suo dire sta distruggendo la democrazia statunitense, e di cui Donald Trump sarebbe l’espressione politica.
Il suo ultimo libro si intitola The road to Freedom, la strada per la libertà. È un’analisi critica del neoliberismo che, secondo Stiglitz, sta minando i principi fondanti della democrazia statunitense, attraverso una celebrazione del libero mercato e dell’imprenditorialità privata, ignorando le implicazioni etico-sociali.
“Il neoliberalismo ha magnificato quelle aziende che perseguono un approccio di massimizzazione del valore, riservato però ai soli azionisti. Un’esaltazione dell’avidità, di qualsiasi cosa che generi sempre più profitti”, spiega ai microfoni della RSI.
Alla vigilia del voto per l’elezione del 47esimo presidente degli Stati Uniti, Stiglitz denuncia come il tasso di crescita economica nel paese sia diminuito di circa il 40%, in termini di aumento del reddito reale pro-capite: “La limitazione normativa e quella delle tasse, l’indebolimento del potere politico ha sì facilitato la crescita, ma non una prosperità condivisa. Anzi, nel frattempo, sono aumentate le disuguaglianze e la povertà”.
“Ognuno di noi può fare qualcosa per cambiare, ma alla fine, per risolvere ogni problema sociale, c’è sempre bisogno di un’azione collettiva, quella di un governo”, aggiunge,
Tra i due candidati alla Casa Bianca, Stiglitz non ha dubbi che sia Donald Trump l’espressione politica più vicina al neoliberismo . “Lo considero un politico disonesto, miope, ed egoista, che appunto incarna gli ideali del neoliberismo - ci dice - Trump rappresenta una minaccia, non solo per la democrazia, ma anche per la nostra economia”.
Anche per questo la scorsa estate, assieme ad altri quindici premi Nobel, Stiglitz ha firmato una lettera aperta contro l’agenda economica di Trump, destinata – a suo giudizio – a provocare un una nuova esplosione dell’inflazione.