“Ho un problema di diabete, la pressione alta, e mi sono operato varie volte ai reni, prendo sei farmaci al giorno, se li comprassi in farmacia mi costerebbero un’ottantina di dollari al mese e io non me li posso permette. Senza l’UNRWA le persone qui morirebbero, io sarei morto”
Con la sua voce roca Issam, snocciola i problemi medici e la situazione nella quale si trova. Rifugiato palestinese nel campo di Mar Elias, a sud di Beirut, lo incontriamo mentre si siede a fatica, ostacolato da una pancia pronunciata, sulla sedia del medico del centro di salute del campo.
Come lui, sono un centinaio le persone che ogni giorno vengono per farsi visitare o per ricevere medicine. “Qui c’è una farmacia, un servizio di ginecologia, uno di pianificazione famigliare, uno di medicina preventiva e uno psichiatra”, ci dice una portavoce dell’UNRWA del campo che non vuole essere citata. L’agenzia ci permette infatti di entrare e vedere il lavoro del suo personale ma, per via delle polemiche recenti, non lascia fare dichiarazioni a nessuno dei suoi membri.
L’UNRWA e i campi profughi palestinesi
RSI Info 05.02.2024, 14:27
Proprio dal presunto comportamento di alcuni suoi impiegati sono arrivati recentemente problemi seri. Israele ha accusato una decina di dipendenti dell’agenzia nella Striscia di Gaza di essere implicati negli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre.
Non è la prima volta che l’UNRWA è attaccata da Israele, ma questa volta la notizia ha portato alla sospensione dei finanziamenti di una decina di paesi donatori. Per il commissario generale Philippe Lazzarini la situazione è gravissima: “se il finanziamento rimarrà sospeso dovremo probabilmente cessare le operazioni entro la fine di febbraio, non solo a Gaza ma in tutta la regione”.
L'entrata del campo profughi
https://www.rsi.ch/s/2054084
“Non puniteci tutti”
A Mar Elias per la maggior parte i residenti vengono dalla zona di Accri, quello che ora è Israele del nord. Ahmad, il macellaio all’entrata del campo crede che questo colpo sia l’ennesima punizione collettiva per il suo popolo. “Non tutti i palestinesi sono di Hamas e non tutto il Popolo palestinese deve essere punito solo perché c’è qualcuno dentro l’UNRWA che è di Hamas. Perché non fanno semplicemente un’indagine?” si chiede.
Qui l’UNRWA è vista come un diritto, come il prezzo che l’occidente deve in qualche modo pagare per aver permesso a Israele di fondare uno Stato in Palestina che ha portato all’espulsione o alla fuga di oltre settecentomila abitanti di quelle terre.
“Senza educazione e senza sanità cosa resterà del nostro popolo” si chiede Shirin, giovane madre di due figli, nei vicoli del campo. “Davvero ci vogliono uccidere anche fuori dalla Palestina?” ci chiede. La sua paura è che eliminando l’UNRWA si elimini il diritto, sancito dall’Onu, al ritorno per il suo popolo.
L'UNRWA gestisce anche l'istruzione