Reportage

Esplode la violenza dei coloni contro i palestinesi

In Cisgiordania occupata crescono le aggressioni, le distruzioni e i furti di terra

  • 31 marzo, 06:51
16:14

Cisgiordania, la cacciata dei pastori 

Falò 28.03.2024, 22:15

Di: Falò/Davide Mattei 

La scena si svolge nel villaggio palestinese di Al Tuwani, a sud di Hebron: Hafez, abitante del luogo, scorge qualcuno che fa dei fori nella sua terra, probabilmente per recintarla e rubargliela.

Corre allora verso lo sconosciuto, ma l’intruso si allontana verso la vicina colonia israeliana di Ma’on. Noi arriviamo allertati da due attivisti israeliani.

In pochi istanti siamo tutti bloccati dalle milizie di protezione della colonia, arrivano rinforzi, uomini con mitragliatori, alcuni con passamontagna, per ultimo giunge una squadra della polizia di frontiera.

La quindicina di israeliani fortemente armati mette in stato di fermo Hafez, noi giornalisti e attivisti siamo invece allontanati da quella che viene definita “zona militare”.

La scena si chiude una quarantina di minuti dopo: del ladro di terra si sono perse le tracce, mentre Hafez, il denunciante, viene rilasciato, probabilmente solo grazie alla presenza delle telecamere.

Quello che può sembrare un sopruso aneddotico è invece parte delle vessazioni sistematiche che i coloni infliggono ai palestinesi dopo il 7 ottobre 2023 anche nei territori occupati.

Da quel giorno sono infatti iniziate le ritorsioni indiscriminate contro i palestinesi per il barbaro attentato commesso da Hamas contro Israele. A facilitare le cose c’è stata la partenza dei soldati di stanza in Cisgiordania - che tenevano spesso a bada la violenza dei coloni -, per combattere a Gaza. Al loro posto sono arrivate le reclute, molto spesso gli stessi coloni del luogo.

Il risultato è che solo in Cisgiordania una decina di palestinesi sono stati uccisi dai coloni dopo il 7 ottobre, mentre circa 400 dalle forze di sicurezza israeliane. I furti di terra e le distruzioni di case palestinesi, gli sfollati, sono ai massimi storici secondo l’ONU e varie ONG che chiedono non si applichi una punizione collettiva.

“I coloni sono il 15 o il 20% della popolazione della Cisgiordania occupata” ci ricorda Dror Etkes, fondatore della Ong Kerem Navot, da anni impegnata a mappare la politica territoriale di Israele nei territori, “è importante ricordare che niente, assolutamente niente, potrebbe accadere qui senza l’intervento attivo dello stato di Israele”, che secondo lui usa quindi i coloni per mettere in pratica la propria politica.

E quello diretto da Benjamin Netanyahu è l’esecutivo più a destra della storia del paese, con due ministri a loro volta ferventi coloni che abitano in insediamenti illegali in Cisgiordania, come il titolare della Sicurezza nazionale Itamar Ban-Gvir o il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich.

Così, mentre tutti gli occhi sono puntati su Gaza, in Cisgiordania gli abusi, la repressione e il trasferimento della popolazione palestinese sono ai massimi storici senza che nessuno sembri nemmeno provare a frenarli.

Quando Hafez, l’indomani, si è recato a sporgere denuncia in commissariato a Hebron per il tentato furto di terra subito, la polizia lo ha trattenuto per svariate ore senza che potesse accendere il cellulare.

La tenaglia di coloni e forze di sicurezza si stringe sempre di più sui palestinesi della Cisgiordania.

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