Il presidente in carica degli Stati Uniti, Joe Biden, ha deciso di inviare anche le famigerate mine anti uomo all’Ucraina. La decisione rappresenta un’inversione di rotta per la Casa Bianca, che in passato si era opposta, considerati i rischi per la popolazione civile: gli ordigni, una volta nascosti a pochi centimetri dalla superficie, continuano a seminare morte e distruzione anche anni e anni dopo la fine dei conflitti. Il segretario alla difesa Lloyd Austin, ha affermato che la misura è necessaria, perché la Russia sta avanzando prevalentemente con truppe di terra. Il Cremlino ha accusato Washington di voler prolungare il conflitto. Il Telegiornale della RSI, per fare il punto della situazione, ha intervistato Andrew Spannaus, giornalista e analista, grande conoscitore degli Sati Uniti.
Sappiamo che l’amministrazione Biden ha sempre esitato sull’ucraina. Ma ora ha cambiato passo. Prima i missili a lunga gittata, ora le mine anti uomo, come leggere queste ultime, nuove mosse del presidente?
“È chiaro che l’elezione di Donald Trump cambia il calcolo a Washington, perché si sa che Trump cercherà di trovare una via negoziata, un’uscita da questa guerra. In questo momento Putin, quindi, ha alcune settimane per riprendersi i territori (soprattutto in Russia) occupati dagli ucraini.. Il presidente russo sta lanciando l’offensiva lì anche con truppe nordcoreane. I russi stanno avanzando anche nel Donbass e quindi adesso il calcolo di Washington è che bisogna fare il possibile per fermarlo, cioè non bisogna permettere a Putin di essere in una posizione più forte di adesso quando arriverà il momento di trattare”.
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L’approccio di Trump, per quanto riguarda l’Ucraina, potrà rivelarsi efficace?
“Sicuramente è intenzionato a trovare un accordo. È chiaro che è un po’ più difficile oggi che in passato, perché Putin sa qual è l’approccio di Trump. Sa che c’è grande difficoltà sul lato ucraino: anche se gli Stati Uniti hanno dato i missili ATACMS e ora le mine anti uomo, comunque le munizioni per gli ucraini non sono sufficienti, soprattutto non sono sufficienti gli uomini. Però ricordiamo che Trump, nel 2018, avrebbe fatto un accordo con Putin, riconoscendo la Crimea e ottenendo l’autonomia per il Donbass. Sarebbe stato un accordo molto buono, dal punto di vista di oggi, quindi bisogna dargli un po’ di spazio per trattare, riconoscendo che non sarà lineare. Non mi aspetto che Trump dica: “va bene Putin, prendi quello che vuoi. Questo no. Però sarà una situazione dove comunque Putin avrà un certo vantaggio. Vedremo se Trump cercherà di mantenere una linea”.
Torniamo all’amministrazione in carica. Quali potrebbero essere le prossime mosse di Biden in queste ultime settimane di mandato?
“Biden ha un po’ di obiettivi per blindare alcuni suoi successi quindi, a livello interno, dovrà lavorare sul Congresso. In carica c’è ancora il vecchio Congresso, quindi deve cercare di far passare un po’ di leggi, garantire i fondi per alcuni dei suoi programmi. A livello internazionale da una parte c’è l’Ucraina, dove serve mantenere la linea e non cedere troppo, dall’altra c’è il Medio Oriente, dove si sta lavorando in modo molto frenetico, per cercare di ottenere almeno un cessate il fuoco in Libano. Gli Stati Uniti hanno appena posto il veto a una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU per quanto riguarda la Palestina e quindi non sembra intenzionato a cambiare linea. Se almeno riuscisse a fermare la guerra in Libano, questo sarebbe per Biden un grande successo”.
Ucraina, vialibera ai missili statunitensi
Modem 19.11.2024, 08:30
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