I circa 90’000 cattolici grigionesi si preparano a un appuntamento senza precedenti. Il 22 settembre sono chiamati a pronunciarsi sulla nuova Costituzione della Chiesa cattolica romana dello Stato. La votazione ha luogo contemporaneamente in tutti gli 84 Comuni parrocchiali per corrispondenza e al seggio, esattamente come avviene con le chiamate alle urne in materia federale e cantonale, ma a gestirla non sono le cancellerie dei Comuni politici che hanno una notevole esperienza in materia. Una bella sfida per i singoli Comuni parrocchiali che di solito prendono le proprie decisioni in Assemblea, come confermato alla RSI dal segretario della Conferenza dei Comuni parrocchiali del Moesano Carlo Mantovani, membro della commissione preparatoria della nuova Costituzione.
La proposta di revisione è stata elaborata per aggiornare la Costituzione attuale in vigore dal 1959. Venne introdotta per, tra le altre cose, creare la base legale per riscuotere le imposte di culto da parte dei Comuni parrocchiali e a sostegno della Chiesa di Stato che agisce in collaborazione con la Diocesi, ma non dipende dalla Curia vescovile né interviene in materia di diritto canonico né ha potere di influenzare gli orientamenti della Chiesa cattolico romana. L’organizzazione della Chiesa di Stato è simile a quella del Cantone. Ha un proprio Legislativo (il Corpus catholicum del quale fanno parte: 60 delegati dei Comuni, 2 delegati del vescovo, nonché i membri del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio di fede cattolica) con la sua Commissione di gestione e un proprio Esecutivo collegiale (la Commissione di amministrazione) di 5 membri (4 eletti e uno delegato dal vescovo) che si avvale di una Cancelleria.
Lo scopo della revisione totale è innanzitutto quello di modernizzare la Costituzione e adattarla ai tempi, come spiegato nel materiale di voto che è stato recapitato a tutti gli aventi diritto di voto: i cittadini svizzeri maggiorenni membri (sulla base della residenza) di uno dei Comuni parrocchiali.
Una delle principali novità contemplata dai 70 articoli del nuovo testo riguarda proprio l’estensione del diritto di voto e di elezione in materia ecclesiastica. In caso di approvazione ad esprimersi saranno tutti i cattolici a partire dai 16 anni (la maggiore età religiosa prevista dal Codice civile svizzero) compresi i fedeli di nazionalità straniera. L’eleggibilità resterà invece riservata a chi raggiunge la maggiore età civile (18 anni). Inoltre è previsto che, per tenere conto della vocazione turistica dei Grigioni e della mobilità degli abitanti, anche non residenti possano far parte dei Comuni parrocchiali.
L’adeguamento al cambiamento dei tempi viene espresso anche tramite una nuova denominazione delle autorità che, uniformandosi a quanto previsto dal Cantone, dovrebbero essere più comprensibili. È previsto che il Corpus catholicum (un nome incomprensibile ai più) diventi il Parlamento della Chiesa, mentre la Commissione di amministrazione si chiamerà Consiglio della Chiesa.
Tra le altre novità previste si segnalano:
un adeguamento nel sistema di nomina/revoca del parroco da parte dei Comuni parrocchiali (ma non il principio in vigore dal 1524 e sancito dalla Costituzione cantonale che le singole comunità hanno il diritto di designare la propria guida); chiarimento dei ruoli tra Diocesi/parrocchia e Chiesa dello Stato/dei Comuni
la precisazione dei compiti dei singoli Comuni parrocchiali
una maggiore professionalizzazione dell’amministrazione dei Consigli parrocchiali (per esempio tramite la possibilità di affidare la revisione dei conti del Comune parrocchiale a una società esterna)
il rafforzamento della partecipazione democratica (viene ridotto il numero delle firme necessarie per iniziative e referendum)
l’esplicitazione dell’impegno della Chiesa di Stato a favore del trilinguismo grigionese.