"In tutti i casi c’è sicuramente un margine di miglioramento". Pungolato dalla RSI Georges Locatelli, commissario capo della polizia cantonale responsabile della sezione TESEU, risponde così alle critiche mosse dal Rapporto Greta e dalle ONG presenti sul territorio, secondo i quali in Ticino è problematica l’identificazione delle vittime di tratta perché sul territorio non è presente un sistema organizzato e coordinato.
"In Ticino i vari enti non sono coordinati per il lavoro sul terreno. Si riuniscono però saltuariamente per scambiarsi le informazioni e la polizia è attiva sul territorio. Abbiamo dei contatti con le persone a rischio e questo non solo per gli ambiti di nostra competenza, ma anche per capire come stanno le persone", sottolinea Georges Locatelli.
Ma è sufficiente la tutela delle vittime di tratta? "Da parte nostra sicuramente – risponde il responsabile della Sezione tratta e sfruttamento esseri umani – perché in tutte le situazioni in cui abbiamo dei sospetti diamo la possibilità di rivolgersi a degli specialisti. È vero che c'è chi potrebbe avere paura a rivolgersi a noi, perché, in certi paesi, la polizia è chi punisce. Per questo abbiamo però degli strumenti per aiutare: possiamo infatti sospendere i nostri accertamenti per permettere alla vittima di rivolgersi al delegato competente o alle ONG".
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