Ritratti e Storie

Trevor Appignani: chef itinerante in un mondo di sapori

Dalle stelle alle strade: il viaggio del cuoco di Moghegno conosciuto per il suo food truck gourmet

  • 19 luglio, 11:30
chef trevor raccoglie cipolloti nel campo
Di: Sebastian Cerny 

Noto in Ticino per il suo food truck e i suoi panini gourmet, il cuoco Trevor Appignani ha portato l’alta gastronomia per strada con i suoi panini, che uniscono creatività, qualità e accessibilità. Il cuoco di Moghegno è una fucina di idee che hanno a cuore il territorio: lo abbiamo intervistato per raccontarsi e sapere cosa bolle in pentola.

L’esordio del viaggio gastronomico di Trevor Appignani

Chi è Trevor Appignani? Aveva quindici anni quando ha iniziato a coltivare la sua passione per il mondo della gastronomia formandosi nelle cucine di prestigiosi alberghi e ristoranti europei, tra i quali alcuni stellati Michelin. Queste esperienze formative gli hanno permesso di affinare le proprie abilità culinarie coltivando nel frattempo curiosità e rispetto per gli ingredienti, arricchendo la sua confidenza nello studio e nella creazione di abbinamenti tradizionali e innovativi. Questa attenzione si riflette chiaramente nel menu della sua cucina a quattro ruote, dove ogni panino si prepara fondendo la tecnica appresa nell’alta cucina e la freschezza degli ingredienti locali, grazie alla continua collaborazione con piccoli produttori.

Pasta fresca con erbette fresche

Dalla cucina stellata alla cucina itinerante

Dopo anni di formazione in diversi ristoranti stellati europei, Trevor sente il bisogno di trovare armonia tra la vita professionale e la sfera privata: «Lavorando giorno e notte nei ristoranti stellati non avevo la possibilità di passare molto tempo con le mie bambine» e la cucina su quattro ruote è stato il vettore anche per avvicinarsi a questo obiettivo.

La scelta di un approccio mobile alla cucina, dunque, non è stata una scelta casuale per Trevor: dal un lato rappresenta uno slancio imprenditoriale in chiave innovativa, dall’altro nasce per essere più vicino alla famiglia. Una vicinanza che si riflette anche con il nostro territorio, permettendo a più persone di accedere alla sua cucina, rendendola accessibile in luoghi e contesti diversi sul territorio. Negli anni e con l’esperienza, il formato di vendita e servizio è cambiato leggermente: prima aveva un menù che cambiava settimanalmente e dove sono stati proposti più di 300 panini sull’arco di cinque anni, ora il menu si concentra solo in tre proposte tra cui un’opzione vegetariana sempre presente e piatti, oltre ai panini.

Trevor Appignani prepara una tartare di manzo

Trevor Appignani prepara una tartare

  • Elisa Colusso

La filosofia di Trevor Appignani

«Non ho una filosofia, piuttosto lo definirei un processo creativo.» L’attività di Trevor nasce per differenziarsi, mantenendo viva la curiosità nel mondo del cibo a tutto tondo per una continua evoluzione della sua professione. Come spiega Trevor, per lui è importante crescere e imparare dalle proprie esperienze con l’obiettivo di rispecchiare nei suoi piatti un modo di vivere allineato allo stile di vita che vuole abbracciare.

La cosa migliore è essere sé stessi, rispecchiare la propria figura e migliorarsi giorno per giorno. Cercare di continuare a evolversi e rappresentare una simmetria tra quello che si è e quello che si fa

Il giovane cuoco non vuole limitarsi a creare piatti seguendo ricette già codificate e prestabilite attingendo alla tradizione, ma vuole creare piatti che portino una sua firma riconoscibile: «Bisogna trarre ispirazione dal lavoro degli altri e prendere spunti per poi combinarli alle proprie esperienze e punto di vista, così si arriva alla creazione del nuovo e non alla semplice “copiatura” di un piatto».

Il processo creativo di cui parla Trevor si alimenta dalla bellezza che lo circonda: «Nel canto o nella scultura c’è sempre qualcosa da trasmettere, questo fa nascere l’ispirazione che poi prende forma modellandola con il mio vissuto». Captare ed essere partecipi nella quotidianità, dunque, per Trevor è il segreto affinché si affini la sua disciplina.

L’evoluzione costruttiva della sua cucina è la “missione” di Trevor, i suoi piatti raccontano la somma delle sue esperienze, di chi è e chi è stato una sorta di “metamorfosi culinaria”, come ama definirla lui stesso.

La relazione con il territorio è centrale, tutto viene dalla natura e noi chef aiutiamo solo a capire qual è il fil rouge tra la natura, il cibo e coloro che lo mangiano

I viaggi gastronomici di Trevor alla scoperta del Giappone

cena condivisa con chef Trevor Appignani

Previsto per la fine del 2024, lo chef propone un tour gastronomico che attraversa il Giappone tra cui Kyoto, Osaka e Tokyo, dove accompagna i partecipanti ad esplorare i mercati locali, assaporare prelibatezze regionali e a scoprire la cultura alimentare giapponese in modo autentico e rispettoso: «L’obiettivo di questo nuovo progetto è condividere! Condividere la grazia gastronomica che ha questo meraviglioso popolo, una cultura che celebra il rispetto per le persone e per gli ingredienti».
L’intento di Trevor è anche quello di far conoscere quella parte di Giappone spesso non capita o conosciuta, perché, alle nostre latitudini, abituati a viverla con esperienze che poco hanno a che fare con la realtà della vera cultura gastronomica giapponese. Siamo lontani, dunque, dal “sushi”: «Come l’Italia è molto più della pasta o della pizza, il Giappone ha un mondo infinito da offrire, basandosi su una conoscenza invidiabile della materia prima».

Un progetto, quello di Trevor, che affianca l’idea dell’alta cucina accessibile alla sua inesauribile curiosità per le tradizioni culinarie globali, in nome della bellezza del cibo fatto con amore, creatività e passione.

24:07

Ospite: Trevor Appignani

Il gioco del Luca 08.06.2024, 15:10

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