Uomini fermati per strada e portati via a forza, controlli sempre piu’ serrati, raid alle fermate dei mezzi pubblici, persino in ristoranti e palestre.
Sono centinaia i video pubblicati sui canali Telegram che documentano l’attività in Ucraina di polizia e centri territoriali di reclutamento: sono i TZK, una sigla che adesso incute soprattutto timore. I video circolano da tempo, ma ora sono aumentati esponenzialmente. Verificare i singoli episodi è difficile, ma il giro di vite nei reclutamenti è un dato di fatto.
Alcuni casi poi suscitano più clamore di altri e sono confermati anche dalle autorità di Kiev. Per esempio per quanto avvenuto venerdì scorso: quando fuori da un concerto nella capitale 50 agenti hanno fermato, controllato e portato via uomini che erano usciti di casa pensando di ascoltare solo della musica.
Dopo due anni e mezzo di guerra la rotazione degli effettivi al fronte, e il reclutamento di forze fresche restano la priorità. In primavera una nuova legge sulla mobilitazione aveva abbassato dai 27 ai 25 anni l’età minima per la leva e introdotto registri specifici. Ma in base ad alcune stime oltre il 15% degli arruolabili non si è presentato. La tensione tra chi combatte e chi sceglie di nascondersi è forte da tempo. A pesare non è però solo la scelta di non imbracciare il fucile, ma anche l’incertezza su quanto tempo si dovrà restare al fronte.
Ci sono poi i casi di corruzione e la percezione, molto diffusa nel Paese, che i più ricchi la guerra riescano comunque a evitarla. Appena due giorni fa il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto e ottenuto le dimissioni del procuratore generale dopo l’ennesimo scandalo: in questo caso legato a finti certificati di disabilità per decine di alti funzionari, che in questo modo hanno evitato di arruolarsi.